“SHOAH – La percezione e lo sguardo del contemporaneo nella fotografia e nella grafica d’arte”

SHOAH – La percezione e lo sguardo del contemporaneo nella fotografia e nella grafica d’arte” – Esposizione Collettiva di fotografia e grafica d’arte promossa dalla FIAP Nazionale (Federazione Italiana Associazioni Partigiane) a cura di Bianca Cimiotta Lami, Toni Garbasso e Giorgia Pilozzi. Palazzo Baronale di Calcata (VI) 27 Gennaio – 28 Febbraio 2021. IV Edizione.

Tour virtuale della mostra

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ARTISTI IN MOSTRA

Fotografia > Andy Alpen | Dario Bellini|Marzia Corteggiani|Edoardo Cuzzolin | Valerio De Berardinis|Gian Luca Eulisse|Francesco Finotto|Gerri Gambino|Toni Garbasso | Teresa Mancini|Simone Manzato|Cristina Omenetto|Claudio Pisani & Marla Secchi | Peter Quell|Francesco Radino|George Tatge

Grafica d’Arte > Luisa Baciarlini|Livio Ceschin|Alessia Consiglio | Antonella Cuzzocrea| Elisabetta Diamanti|Susanna Doccioli | Marcello Fraietta|Valeria Gasparrini|Massimo Jatosti | Cesco Magnolato|Elio Mazzali|Laura Peres | Giorgia Pilozzi|Usama Saad | Gianluca Tedaldi

Intervengono:
Sandra Pandolfi Sindaco di Calcata
Patrizia Peron Consigliera delegata alla cultura
Bianca Cimiotta Lami Vice Presidente FIAP Federazione Italiana Associazioni Partigiane
Toni Garbasso e Giorgia Pilozzi Curatori

La mostra “Shoah. La percezione e lo sguardo del contemporaneo nella fotografia e nella grafica d’arte”, promossa dalla FIAP (Federazione Italiana Associazioni Partigiane) sarà ospite, dal 27 gennaio 2021 fino al 28 febbraio 2021 al Palazzo Baronale di Calcata in occasione della Settimana della Memoria con il contributo e il Patrocinio del Comune di Calcata.

La mostra, giunta alla sua IV edizione, è un progetto in-progress nato alla Casa della Memoria di Roma nel 2017 in collaborazione con le Biblioteche e il Comune di Roma. 

Il suo itinerare dà modo all’iniziativa di coinvolgere artisti del territorio, stimolando la riflessione sulla Shoah direttamente nel tessuto sociale coinvolto, attraverso le scuole e gli istituti di formazione e gli operatori culturali.

Prossima all’apertura il 27 gennaio del 2021 l’esposizione si colloca nel periodo più problematico che l’umanità del nuovo millennio stia attraversando. L’incertezza, l’emergenza sanitaria, il lavoro e la paura per l’ignoto, rischiano di farci perdere di vista il nostro cammino e il cammino della storia, rendendo la memoria e il passato ancor di più vaghi. 

Per questi motivo e per ancora altri, abbiamo deciso di esserci, testimoniando insieme alle Associazioni sorelle, la Settimana della Memoria per narrare l’orrore e il dramma della Shoah, con gli occhi della contemporaneità.

Le Opere gli Artisti

Le opere degli artisti in mostra si collocano in un contesto più di tipo interpretativo che storico o celebrativo: provengono da racconti incontrati ma anche cercati, frutto di esperienze personali e di straordinarie storie di vita, sono i luoghi simbolo del pianto e dell’orrore, sono i ricordi della memoria che tramandata da generazione a generazione, da nonno a nipote getta uno sguardo anche nell’ottimismo e nella forza della rinascita: sono visioni della memoria.

Provenienti da percorsi diversi e con mezzi espressivi comuni, gli artisti sono chiamati a fermare il tempo, e attraverso la sensibilità delle personali visioni ci regalano una riflessione e una domanda su come, oggi, la Memoria della Shoah possa essere raccontata, rappresentata ed espressa attraverso l’Arte. 

Un’esperienza che fino ad oggi ha coinvolto 31 autori di diversa natura e biografia, molti dei quali di rilevanza internazionale, chiamati ad interpretare attraverso il mezzo della fotografia e della grafica d’arte, la memoria della Shoah.

Una strada aperta per le nuove generazioni da percorrere anche attraverso gli strumenti dell’arte che come medium trasversale può cogliere nella storia quello sguardo e quella percezione sottile capace di sostenere il particolare dell’orrore e la disperazione del ricordo.

PER L’OCCASIONE È STATO REALIZZATO IL CATALOGO DELLA MOSTRA CHE POTRà  ESSERE RICHIESTO IN FORMATO PDF OPPURE IN CARTACEO PREVIA RICHIESTA VIA MAIL.

fiapromaelazio@gmail.com 

Fotografia di copertina di Toni Garbasso
Progetto grafico e impaginazione di Susanna Doccioli

Testi in Catalogo:

IL DOVERE DI RICORDARE di Sandra Pandolfi
LA MEMORIA È SEMPRE PRESENTE di Patrizia Peron
LA STRADA DEL’ARTE di Bianca Cimiotta Lami
IL PESO GRAVOSO DELLA MEMORIA di Luca Aniasi
LA CASA DELLA MEMORIA E DELLA STORIA DI ROMA di Rosarita Digregorio
È POSSIBILE NARRARE L’INENARRABILE? di Aldo Pavia
GENERAZIONI: CONOSCERE PER CRESCERE di Pupa Garribba
L’IDEA DELLA FOTOGRAFIA DELLA SHOAH NELLO SGUARDO DEL CONTEMPORANEO di Toni Garbasso
BRANI TRATTI DAL SAGGIO “STORIA DEL PREGIUDIZIO CONTRO GLI EBREI” di Riccardo Calimani 

CATALOGO FOTOGRAFICO 22X22 cm
STAMPA COLORE – 84 PAGINE

Sopra/Sotto – Arte e scrittura a confronto in 12 letture grafologiche

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La mostra, che espone le opere di 12 artisti contemporanei affiancate da appunti e scritture, si propone di cercare corrispondenze grafologiche tra segno nell’arte e segno nella scrittura. Individuarle, dove presenti, e spiegarle attraverso l’analisi di cinque dei principali generi di immediata comprensione della grafologia francese (Forma, Dimensione, Movimento, Spazio, Tratto), mediante un linguaggio non strettamente grafologico che possa aprire la ricerca alla curiosità di un pubblico più ampio e non esclusivamente di settore.

Esplora la mostra a questo link: CLICCA QUI

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Intense, spietate ossessioni, Susanna Doccioli, linoleografia 100×50 cm, 2020

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mirror – face to face 2020

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INAUGURAZIONE

Villa Caldogno, piano nobile

sabato 3 ottobre, ore 17:00

ESPOSIZIONE

Villa Caldogno, seminterrato – Via Zanella, 3 – CALDOGNO (VI)

Dal 4 al 31 ottobre 2020

ORARI di APERTURA

venerdì e sabato 9:00 – 12:00 / 15:00 – 18:00

domenica 9:00 – 12:00

Ingresso libero

Il Club for Unesco di Vicenza continua anche quest’anno, così difficile per l’umanità intera a causa della pandemia, la sua opera di scandaglio nel panorama della grafica d’arte contemporanea proponendo, per questa quinta edizione della rassegna Mirror – Face to face, una selezione di opere di artisti italiani e bulgari. Le quattro esposizioni precedenti hanno affiancato a quelli di casa nostra artisti della Macedonia, dell’Estonia, del Cile e del Portogallo. Questa è la volta, dunque, della Bulgaria.

In questa edizione di Mirror – Face to face, sono messi allo specchio circa sessanta artisti, tra bulgari e italiani, e sono stati invitati a proporre al pubblico la propria opera favorendo il confronto sulla stampa d’arte attraverso temi, tecniche, prospettive interpretative differenti.

Lo specchio è la porta di passaggio tra mondo reale e immaginario, contrapposizione tra occhio e sguardo, esteriorità e interiorità, oscillazione tra il vedere (riflettere) e il comprendere (far riflettere), lo specchio svela ciò che è oltre la dimensione figurativa rappresentata nella stampa, dilatando lo spazio e offrendo allo spettatore sdoppiamenti percettivi.

La mostra italiana è curata da Valeria Bertesina, ideatrice del progetto (curatrice della Biennale Internazionale Di Carta/Papermade di Schio, Vicenza), mentre le mostre bulgare sono curata da Vlado Goreski (già curatore della Triennale di Bitola) e Dimo Kolibarov (Vice Direttore dell’Accademia Nazionale delle Arti di Burgas, rappresentante degli artisti bulgari).Il Club per l’Unesco di Vicenza e Stara Zagora Art Gallery di Stara Zagora, con il supporto di altri Enti e Istituzioni, in primis Qu.Bi Gallery di Vicenza e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Caldogno, sono i riferimenti organizzativi, rispettivamente per l’Italia e per la Bulgaria.

Mirror – Face to face persegue le indicazioni della Convenzione UNESCO 2005 sulla Diversità delle Espressioni Culturali e la Convenzione del Consiglio d’Europa sul Valore dal Patrimonio Culturale per la Società.

ARTISTI PARTECIPANTI Mirror – Face to face

Terry Agostini, Kliment Antonov, Ventseslav Antonov, Eva Aulmann, Alfredo Bartolomeoli, Mario Bazel, Valeria Bertesina, Snezhina Bisserova, Luca Bruno, Vico Calabrò, Pavel Celkovski, Petar Chinovsky, Maurizio Corradin, Dario Delpin, Rita Demattio, Pietro Desirò, Susanna Doccioli, Pilar Domínguez, Katerina Evgenieva, Marcello Fraietta, Carla Fusi, Aleksandra Gabrovska, Roberto Gianinetti, Luigi Golin, Velina Grebenska, Desislava Hristova, Temenuga Hristova, Gergana Ivanova, Onnik Karafilian, Georgi Kenarov, Hristo Kerin, Vasil Kolev, Dimo Kolibarov, Emanuela Kovach, Pedro Lava, Alexander Lazarkov, Marzia Leonardi, Laura Manfredi, Veliko Marinchevski, Barbara Martini, Ivan Mateev, Carmine Maurizio Muolo, Hristo Naidenov, Evgenij Pantev, Giorgia Pilozzi, Rosella Quintini, Fabio Refosco, Riccardo Resta, Roberta Restaino, Fabio Riaudo, Athos Sanchini, Davide Schileo, Rossen Stanoev, Goran Trickovski, Irma Vodeva, Denitsa Yaneva, Veronika Yankova, Yohan Yotov, Mishe Zoran. 

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SHOAH. La percezione e lo sguardo del contemporaneo nella fotografia e nella grafica d’arte

SHOAH. La percezione e lo sguardo del contemporaneo nella fotografia e nella grafica d’arte
Città di San Donà di Piave
Assessorato alla Cultura
Sabato 25 gennaio 2020 alle ore 11.30
alla Galleria Civica d’ Arte Moderna e Contemporanea
San Donà di Piave sarà inaugurata la mostra “SHOAH. La percezione e lo sguardo del contemporaneo nella fotografia e nella grafica d’Arte” alla presenza del Sindaco Andrea Cereser, dell’ Assessore alla Cultura Chiara Polita, del Vice Presidente FIAP Federazione Italiana Associazioni Partigiane Bianca Cimiotta Lami e dei curatori Toni Garbasso e Giorgia Pilozzi.
La mostra “Shoah. La percezione e lo sguardo del contemporaneo nella fotografia e nella grafica d’arte”, iniziativa promossa da FIAP (Federazione Italiana Associazioni Partigiane) che verrà ospitata al Centro culturale Leonardo Da Vinci a San Dona’ di Piave il prossimo 25 gennaio 2020 in occasione della Settimana della Memoria per opera del Comune che ne ha Patrocinato l’iniziativa.
La mostra è un progetto in progress che nasce da una riflessione su come l’Arte, oggi più che mai, possa esprimersi attraversando la Storia e la sua Memoria, per poi restituirla rinnovata e nello specifico attraverso la Fotografia e la Grafica d’Arte. Già presentata alla casa della memoria e della Storia di Roma e a Civita castellana.
La mostra racconta la memoria della Shoah attraverso le opere di artisti contemporanei con un accento di tipo interpretativo più che storico o celebrativo e vuole riflettere su come i linguaggi del contemporaneo possano percepire, leggere e interpretare le vite e gli avvenimenti di un periodo storico difficile da dimenticare, che riguarda le vittime, i luoghi e gli accadimenti relativi alla persecuzione antiebraica fra il 1939 e il 1945, cercando così di cogliere ciò che rimane vivo del passato alla memoria.
Le immagini in esposizione provengono da racconti incontrati ma anche cercati, sono frutto di esperienze personali e di straordinarie storie di vita, sono i luoghi simbolo del pianto e dell’orrore, sono i ricordi della memoria che tramandata da generazione a generazione, da nonno a nipote getta uno sguardo anche nell’ottimismo e nella forza della rinascita: sono visioni della memoria.
Provenienti da percorsi diversi e con mezzi espressivi comuni, gli artisti sono chiamati a fermare il tempo, e attraverso la sensibilità delle personali visioni ci regalano una riflessione e una domanda su come, oggi, la Memoria della Shoah possa essere raccontata e rappresentata.
Questa mostra vuole indicare una strada, ampliando lo sguardo che oltre a cogliere il racconto della storia, colga il particolare dell’orrore attraverso un’azione artistica che poggi i suoi motivi sullo stesso principio attivo di trasmissione per far nascere un nuovo impulso affinché la memoria oltre che essere una dimensione privata possa sempre più divenire una condizione pubblica, un bene comune e una condizione condivisa e collettiva.
Molti di noi si interrogano come sia possibile affrontare questo tema scottante e pieno di dolore non essendone stati i protagonisti diretti, e quale possa essere la giusta modalità.
Questo è la domanda che oggi ci poniamo affinché la memoria non diventi un concetto astratto tantomeno scomodo per non affrontarlo affinché le nuove generazioni trovino una strada aperta da percorrere anche attraverso gli strumenti dell’arte che come medium trasversale può sorreggere la storia con quello sguardo e quella percezione sottile capace di sostenere tanto orrore e disperazione del ricordo.
E come ci ricorda Pietro Terracina “La memoria è ciò che lega il passato con il presente”.
E proprio per non dimenticare con questa mostra e con i suoi artisti, oggi in occasione della Settimana della Memoria , ricordiamo la SHOAH, quella tempesta devastante, quella catastrofe.
Pensiamo che questa possa essere la funzione dell’Arte nei confronti della Memoria, quella di raccontare, raccoglierne i frammenti per poi restituirli, rendendoli vitali per il ricordo.
Un’esperienza che fino ad oggi ha coinvolto 29 artisti di diversa natura e biografia, molti dei quali di rilevanza internazionale, chiamati ad interpretare attraverso il mezzo della fotografia e della grafica d’arte, la memoria della Shoah.
Con questa esperienza si è potuto osservare come i linguaggi del contemporaneo elaborano, interpretano gli avvenimenti, le vittime, i luoghi e gli accadimenti relativi al periodo che si è svolto tra il 1939 e il 1945.
Presenti in mostra per la fotografia :
Andy ALPERN, Dario BELLINI, Marzia CORTEGGIANI, Edoardo CUZZOLIN, Valerio DE BERARDINIS, Gian Luca EULISSE, Francesco FINOTTO, Gerri GAMBINO, Toni GARBASSO, Teresa MANCINI, Simone MANZATO, Cristina OMENETTO, Peter QUELL, Francesco RADINO, George TATGE.
Per la grafica d’arte:
Luisa BACIARLINI, Livio CESCHIN, Alessia CONSIGLIO, Susanna DOCCIOLI, Elisabetta DIAMANTI, Marcello FRAIETTA, Valeria GASPARRINI, Cesco MAGNOLATO, Elio MAZZALI, Laura PERES, Giorgia PILOZZI, Usama SAAD, Gianluca TEDALDI.
L’iniziativa si completa con un progetto indirizzato agli studenti che parteciperanno attivamente prendendo a pretesto la nostra mostra per realizzare un lavoro o in forma letterale o in forma visiva che sarà presentato nel mese di maggio ed ad un ampliamemto della partecipazione di artisti del territorio.
Il catalogo realizzato per l’occasione riunisce i testi di: Bianca Cimiotta Lami, di Vittorio Calimani, di Aldo Pavia, di Pupa Garriba e del Sindaco e dell’Assessore alla Cultura che con la loro sensibilità ci hanno consentito di trasmettere la memoria attraverso un linguaggio contemporaneo.
Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Piazza Indipendenza, 12 – San Donà di Piave
25 gennaio > 23 febbraio 2020
martedì > domenica : 16.00 – 19.00 lunedì chiuso

CODICI segno come linguaggio

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STAMPERIA RIPA 69
presenta

CODICI
segno come linguaggio
a cura di Susanna Doccioli

venerdì 6 dicembre > domenica 5 gennaio 2019

Inaugurazione
Venerdì 6 dicembre ore 19.00

In mostra le opere grafiche di

Arianna Angelini | Luisa Baciarlini | Lorenzo Bernardi | Virginia Carbonelli | Alessia Consiglio
Pietro Desirò | Susanna Doccioli | Luca Fabbri | Marcello Fraietta | Valeria Gasparrini
Roberto Gianinetti | Roberto Krogh | Elio Mazzali | Mary Pappalardo | Giovanni Piccini
Cristina Piciacchia | Giorgia Pilozzi | Laura Peres | Irene Puglisi | Usama Saad
Gianluca Tedaldi | Caterina Tedeschini | Liana Zanfrisco

STAMPERIA RIPA 69
Via di San Francesco a Ripa 69
00153, Roma, Trastevere

Il segno dell’artista a volte è esso stesso una forma di scrittura, declinata ad esprimere concetti più o meno espliciti oppure una scrittura non necessariamente intellegibile…il veicolo che lascia trapelare un personale linguaggio interiore.

Pittogrammi, alfabeti conosciuti e inventati, musica, numeri, formule matematiche, ideogrammi, calligrafia…tutto ciò che riguarda il linguaggio e la semiotica.

è stato questo lo spunto con cui abbiamo invitato 23 artisti a riflettere sul tema del segno/significante, sull’immagine grafica che corrisponda ad un suono (un fonema) o ad un significato diretto, come un ideogramma.

Dal risultato di questa proposta, nasce la mostra di grafica “CODICI segno come linguaggio”, presso la sede della Stamperia Ripa 69, a Roma. Gli artisti si sono confrontati con un tema ampio e ricco di spunti, interpretandolo ognuno secondo la propria sensibilità e attitudine, dando forma ad una esposizione che è un excursus nelle varie tecniche incisorie, dalla calcografia, alla xilografia, al monotipo, ma anche nelle personali percezioni ed esternazioni del sentire, ognuno secondo la propria visione del codice.

Sarà interessante vedere a confronto il segno di veterani della xilografia come Roberto Gianinetti, che già più volte si è confrontato con il tema (in particolare nella recente mostra “Vedere Parole”, omaggio al Codex Purpureus Rossanensi, presso il Complesso Monumentale San Bernardino, a Rossano), o come Roberto Krogh, appassionatissimo xilografo, di cui già la Stamperia romana ha avuto il piacere di ospitare una personale, con gli amanti dell’ incisione su lastra di metallo, come ad esempio Giorgia Pilozzi, Caterina Tedeschini o Pietro Desirò. C’è chi ha associato il codice al segno matematico come Usama Saad con la sua geometria divina “Caos ordinato” e Arianna Angelini che sovrappone segni pittorici a codici matematici e delicate sfumature di colore. C’è chi ne ha fatto una simbologia allegorica, ancora strettamente legata al figurativo e legata al racconto poetico dell’artista, come Giovanni Piccini, chi ancora, partendo dalla figurazione di cui padroneggia la tecnica, come Giorgia Pilozzi, ha accolto la sfida facendo del proprio lavoro calcografico una ricerca della sistesi del segno. C’è anche chi ha deciso di sperimentare nuovi linguaggi, come Valeria Gasparrini, che tira fuori dalla tecnica xilografica alcuni caratteri tipografici, per parlare del “SE” attraverso sovrapposizioni cromatiche…

È l’accostamento di segni diversi a codificare (e decodificare, il rebus è risolvibile!) nel caso delle linoleografie di Susanna Doccioli e Luca Fabbri, ma anche nei monotipi monocromi di Luisa Baciarlini che fa del segno la sua poetica distintiva nelle più disparate declinazioni o nella xilografia dai riflessi argentei di Cristina Piciacchia che con una simbologia che riprende il codice stradale richiama all’attenzione di una profondità.

Un’eccezione dal segno inciso per Virginia Carbonelli che, già più volte ospite dello spazio di Trastevere con i suoi polimeri, punzoni, plexiglas, ha scelto per il codice uno dei lavori di più recente fattura, che presenta la vibrazione del “graffio e del rosso” realizzati su carta colorata a china, con acrilici e matite. La stessa eccezione per Liana Zanfrisco che decide di esporre oltre alle sue chine, il suo taccuino per mostrarci il processo creativo.

L’artista poliedrica Mary Pappalardo, approfitta del tema per creare con una linoleografia, la legenda di un progetto artistico che prevede la creazione di carte geografiche immaginarie (Legenda Errante).

Alle tecniche calcografiche si sono affidati ancora Lorenzo Bernardi con una scrittura aliena (…o protolinguaggio?) all’acquaforte, Gianluca Tedaldi con una ceramolle fatta di corpi umani a formare le prime lettere dell’alfabeto, Caterina Tedeschini, con la sua “Codici e segreti”, una grande acquaforte dove il segno si svela e si rivela parola.

Un alfabeto arcaico si nasconde nella linoleografia di Elio Mazzali, “Assetti” quasi una composizione geometrico-puntinista…Ci appare invece un alfabeto dell’anima tanto nel lavoro di Pietro Desirò (nelle pieghe segnate, velate di colore, discontinue e invece incredibilmente parte di un unico racconto), nel segno ancestrale di Irene Puglisi, che racconta attraverso segni che solo in un secondo momento si rivelano figure antropomorfe, l’alfabeto del proprio intimissimo sentire e nelle opere di Alessia Consiglio, con le sue composizioni, linoleografie ricamate che raccontano il codice delle emozioni. A due tecniche diverse si affida Marcello Fraietta con un linguaggio molecolare, di micro-mondi sottilmente incisi su rame e su pvc. Infine Laura Peres fa della cornice una matrice xilografica e della matrice l’opera nella serie di 5 “Tabula rasa”, dove il colore è serigrafato e l’incisione “protetta” da una colatura di cera.
Vi invitiamo a cercare le vostre letture, in questi accostamenti così variegati e ricchi.

CONCORDIA DISCORS – Usama Saad e Susanna Doccioli

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L’assonanza che emerge nei due mondi che troviamo accostati non è uguaglianza: la traccia sintetica, stilizzata, di Usama racconta un’idea definita e una progettazione quasi teologica ispirata da un credo assoluto. Una sintesi espressiva che prende quasi la forma di una preghiera. Il suo lavoro è frutto di una tecnica sperimentale di incisione che utilizza la vibrazione sonora di varie lunghezze d’onda e la gravità terrestre (cioè l’oscillazione del pendolo). Susanna produce invece un segno dinamico definito dal desiderio: il segno preciso della vibrazione interiore. La sua non è geometria di una sintesi del segno, ma piuttosto una reiterazione della forma. In questa diversità esistono delle assonanze: il segno specchiato di Usama (un principio che potremmo definire di “moltiplicazione”) e la forma col suo gioco mistico in Susanna (ovvero la “vibrazione” emozionata e allusiva). L’uno opera con pari disinvoltura nella calcografia e con il linoleum, Susanna crea la sua opera soprattutto attraverso la xilografia e le tecniche di stampa a rullo, sperimentando materiali e trasparenze ai quali, ancora, aggiunge con tagli e pieghe che creano vuoti che a volte sono pieni (ovvero i pop-up). Entrambi accolgono nella loro riproduzione gli spunti per una conquista dello spazio reale, in tanti modi: dal gioco fra rilievo e stesura piatta fino alla realizzazione di una struttura scenografica che attira/accoglie lo sguardo altrui nel proprio gioco interiore.

 

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