Reveal – private opening at 4m2 Gallery, JCU, Rome

Reveal 

Susanna Doccioli

3.11.2023        4m2 Gallery    JCU, Rome

Mi ha sempre colpito come nella parola ri-velare ci sia implicita l’idea di nascondere.

“Ri-velare” come dire: rimettere il velo…anche se in realtà è sinonimo di “svelare” che significa anche “scoprire”. Mi immagino per un attimo lasciare trapelare un segreto, un’intuizione, per poi oscurarla.

Ci sono cose che non riusciamo a capire, a raccontare o a rappresentare, eppure a volte riusciamo in qualche modo a percepirle, o a laciare che trapelino attraverso i nostri gesti, il nostro essere, in modo più o meno conscio. 

I’ve always been struck by how the word re-veil implies the idea of hiding.

“Re-veil” as if to say: put the veil back…even if in reality it is synonymous with “unveil” which also means “discover”. I imagine myself for a moment letting out a secret, an intuition, and then obscuring it.

There are things that we cannot understand, describe or represent, yet sometimes we manage to perceive them in some way, or let them shine through our gestures, our being, in a more or less conscious way.

Penso che i tagli e le pieghe nei miei lavori vogliano essere questo spiraglio che mostri il vuoto, che non è mai vuoto, come l’assenza, che può essere presenza ancora più forte.

I think that the cuts and folds in my works are intended to be this glimpse that shows the void, which is never empty, like absence, which can be an even stronger presence.

Cercando di raccontare il mio punto di vista guardando al mio lavoro, mi sono resa conto che negli anni staccarmi dal disegno figurativo, per avvicinarmi alla linea astratta, alla costruzione geometrica e alla cartotecnica è stato un modo per raccontare di più di quanto non riuscissi con la forma figurativa. Che finisce dove finisce il racconto visivo senza lasciare troppo spazio a immaginazione e “lettura”. Mentre in questo mondo dove posso muovermi con segno colore e forma posso dire tantissime cose anche senza “svelarle” mentre altre sembrano quasi venire fuori da sole, tra le pieghe, nei tagli, nei vuoti.

I realized over the years, I had to move away from figurative drawing to tell my point of view. By looking at my work, I decided to use abstract lines, geometric construction, and papermaking to tell more than what I could with the figurative form. The visual story and figurative form limit the room for imagination and “reading.” In this new world I can move with sign, color, and shape and express even without “revealing” them. Between the folds, in the cuts, through the voids; the story seems to come out on its own.

Anche nella tecnica dell’incisione stessa che prediligo, la xilografia (o lineoleografia), c’è intrinseco un importante concetto di base: il segno che produco con lo strumento da intaglio, è quello che in stampa viene fuori bianco (vuoto).

Letteralmente lavoro togliendo, scavando via dal tutto. 

Il secondo concetto di base per me importante è il tempo e la ripetizione. 

L’incisione e la stampa anticamente nascono proprio per questo: dedicare tanto tempo all’incisione della matrice per renderne più veloce la riproducibilità.

Nei miei lavori la ripetizione è già nel lavoro stesso. Del segno e della matrice stessa, delle stampe multiple, sovrapposizioni e ripetizioni modulari.

Il tempo di incisione e di progettazione, lascia spazio, in fase di stampa, all’istinto. 

Nei monotipi ad esempio pur partendo da un modulo ripetuto, lascio il segno esprimersi liberamente, in un tempo di stampa determinato che di solito è di circa 2 ore. 

My preferred engraving technique, xylography (or linocut), contains a direct yet crucial concept; the sign that I produce with the carving tool is the one that comes out white (empty) in print.
I literally work by removing, digging away from the material.

The second basic concept that is important to me is time and repetition.

In ancient times, engraving and printing were born precisely for this reason – dedicating a lot of time to engraving the matrix to make its reproduction faster.

In my works, the repetition is already in the work itself – on the sign and matrix itself, of multiple prints, overlapping and modular repetitions.

The engraving and planning time during the printing phase leaves space for instinct.

In monotypes for example, although I start from a repeated module, I let the sign express itself freely, in a specific printing time which is usually around 2 hours.

“Since I discovered a passion for printmaking, it has become clear to me just how much the print’s support is decisive. Choosing paper, cutting it, and folding into a particular shape echo my visual idea and my work on the matrix. As in Bruno Munari’s travel sculptures or children’s pop-up books, the playful and the unexpected are infused with poetry. In my work, the sheet of paper becomes a tree-dimensional theater in which a number of elements–marks, colors, transparences, fold, cuts, and seams–are the ”characters” that communicate a narrative even when the mark is not figurative.”

Susanna Doccioli

(Sara Linford e Devin Kovach, Forced Fiels, Palombi Editore, 2020) 

 

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Verflechtungen / Intrecci

Verflechtungen / Intrecci

Elementi flessibili tra Roma e Rothenburg

Dal 5 luglio al 30 luglio 2023
Inaugurazione 5 luglio 2023 alle ore 19.00

La Stamperia Ripa 69 in collaborazione con la Galleria Im Burrgarten di Rothenburg ob der Tauber presenta una mostra collettiva di grafica d’arte e fotografia. 

Intrecci tra artisti visivi di diversa tecnica e provenienza, che hanno in comune due fulcri principali. I luoghi dove negli anni hanno avuto modo di incontrarsi, intrecciare e stringere una profonda relazione: gli spazi della Galleria Im Burggarten e quello della Associazione Stamperia Ripa 69. Quest’anno la collaborazione si estende anche all’Associazione La Linea Arte Contemporanea di Virginia Carbonelli e al Laboratorio Giallo (Toscana) con la partecipazione di Laura Peres e Irene Puglisi.

In mostra le grafiche degli artisti

Luisa Baciarlini | Virginia Carbonelli | Susanna Doccioli | Luca Fabbri | Caroline Heider
Giulio Pasquarelli | Laura Peres | Giorgia Pilozzi | Irene Puglisi | Giovanni Ranella
Usama Saad | Maria Semmer | Gianluca Tedaldi

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“También las voces, [allì] se citan.”

“Anche le voci [lassù] si incontrano.” copia

Linoleografia su carta hahnemühle, 2022

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“Anche le voci [lassù] si incontrano.”

[…] Salgono le voci, salgono
lassù, tacite nel buio,
lassù, per il cielo immenso,
per trovarsi chissà dove,
a tentoni, disperate,
sempre in cerca del miracolo
di trovar nell’aria immensa
la voce compagna, sempre
in attesa e sempre attesa.

Pedro Salinas (Lungo lamento, 1933)

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“También las voces, [allì] se citan.”

[…] Y salen las voces, salen,
allí, en lo oscuro calladas,
allí, por el cielo immenso,
sin saber dónde encontrarse
a ciegas, desesperadas,
siempre en busca del milagro
de hallar en el aire immenso
a la voz de la pareja, siempre
esperando y esperada. […] 

Pedro Salinas (Largo lamento, 1933)

Come un sasso nello stagno – Manuali di realismo immaginifico

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Come un sasso nello stagno
Manuali di realismo immaginifico
A cura di
Dora Coscarelli e Marcello Fraietta
11 dicembre 2022 > 30 gennaio 2023
Inaugurazione
domenica 11 dicembre 2022 ore 17.00
Associazione Culturale Stamperia Ripa 69
Via di San Francesco a Ripa 69, Trastevere, Roma
“Un sasso gettato nello stagno suscita onde concentriche coinvolgendo nel moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea, la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore…Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni…”. Con queste parole Gianni Rodari esplicitava il senso del suo libro Grammatica della Fantasia, edito nel 1973 e diventato ormai un classico. Il saggio, frutto della sua esperienza da pedagogo e dei suoi incontri negli anni ’30 con i surrealisti francesi, promuove l’umorismo dell’assurdo, gli stravolgimenti del linguaggio, la liberazione dai luoghi comuni ed è un invito a uscire, nell’atto creativo, fuori dal conformismo, dagli schemi. Nel libro si susseguono “storie senza il minimo riferimento alla realtà né al buonsenso” (che possono però essere analizzate a posteriori a seconda del contesto e dell’autore), che lui stesso inventa usando le “tecniche” promosse da Breton.
“Come un sasso nello stagno” vuole essere una esposizione ispirata a queste idee, un ritorno dell’arte al Surrealismo, alla necessità di decostruire strati artefatti di apparenza, sovrastrutture che la società ci cuce addosso, per ritornare ad un approccio apparentemente leggero dell’esistenza e della visione artistica, anche nonsense, che cela però mondi nuovi.
In mostra le opere grafiche di
Luisa Baciarlini | Lorenzo Bernardi | Alessia Consiglio | Susanna Doccioli
Marcello Fraietta | Valeria Gasparrini | Roberto Gianinetti
Caroline Heider | Elio G. Mazzali | Giulio Pasquarelli
Laura Peres | Giorgia Pilozzi | Usama Saad
Alessandra Silenzi | Gianluca Tedaldi | Liana Zanfrisco
Ciascun artista invitato a partecipare alla collettiva si è assegnato dunque una parola, un’immagine, un suono qualcosa che avesse un valore evocativo per il proprio vissuto da cui esumare una storia sepolta e la sua stessa metamorfosi in arte visiva. Per uscire dai binari dell’abitudine e della realtà, una seconda parola è stata estratta a sorte per ciascun lavoro, spingendo l’artista nell’atto creativo, verso strade inesplorate del significare, verso la scoperta del proprio io. Lo spettatore sarà proiettato verso una lettura freudiana dell’opera o verso la fruizione come puro divertissement.

“10Th Ulsan International Woodcut Print Art Festival“

Mostra internazionale di xilografia – Uslan, Korea, Luglio – Agosto 2022 a cura di KyeongAh Min.

Disegnare le parole

Il mio lavoro per la collettiva “Disegnare le parole” a cura di Dario Gaito, in mostra a Vercelli dal 18 al 30 giugno 2022 presso l’Associazione Printmaking Vercelli.

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sempre la poesia

                                                                                      a juan carlos onetti

la poesia deve essere fatta da tutti e non da uno / disse /
certe cose le può dire solamente un francese / zoppo /
che nessuno sa cosa fece nella comune di parigi /
nessuno sa se morì o non riuscì /

si ricordano tutti di quando suonava il piano fino alle ore piccole dell’anima /
disturbando i vicini che poi dovevano andare al lavoro /
e se ne andavano dalla pensione avendo dormito male /
pensando alla madre del pianoeta o poenista /

maledicendola ogni volta che inciampavano sui sassi
o nei freddi delle strade di parigi / il peggio
è che avevano un accordo in testa e non se lo potevano levare /
fondevano il ferro / soffiavano il vetro / e non

potevano togliersi di testa l’accordo dello zoppo /
lo zoppo gli aveva composto un accordo in testa
dove trascorrevano furie / aurore / presagi /
dove una volta a un ferroviere gli passò un uccellino /

l’uccellino volava al futuro /
con un foglietto nel becco che diceva futuro /
il fatto è che i vicini dello zoppo
avevano visi da pianoforte a metà pomeriggio /

gli cadevano musiche /
o tasti d’oro dove iniziava l’orizzonte /
una donna bellissima cantava nella testa
dei vicini dello zoppo / che in realtà non era francese /

ma invece uruguaiano /
solo a un uruguaiano può venire in mente che la poesia
deve essere fatta da tutti e non da uno /
che è come dire che la terra è di tutti e non di uno solo /

che il sole non è di uno /
che l’amore è di tutti e di nessuno /
come l’aria / e la morte è di tutti / e la vita
non ha padrone conosciuto /

tu non eri zoppo / lautréamont /
è che lasciasti l’uruguay /
e perdesti un pezzo di te che
suona il pianoforte e non lascia dormire /

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