CODICI segno come linguaggio

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STAMPERIA RIPA 69
presenta

CODICI
segno come linguaggio
a cura di Susanna Doccioli

venerdì 6 dicembre > domenica 5 gennaio 2019

Inaugurazione
Venerdì 6 dicembre ore 19.00

In mostra le opere grafiche di

Arianna Angelini | Luisa Baciarlini | Lorenzo Bernardi | Virginia Carbonelli | Alessia Consiglio
Pietro Desirò | Susanna Doccioli | Luca Fabbri | Marcello Fraietta | Valeria Gasparrini
Roberto Gianinetti | Roberto Krogh | Elio Mazzali | Mary Pappalardo | Giovanni Piccini
Cristina Piciacchia | Giorgia Pilozzi | Laura Peres | Irene Puglisi | Usama Saad
Gianluca Tedaldi | Caterina Tedeschini | Liana Zanfrisco

STAMPERIA RIPA 69
Via di San Francesco a Ripa 69
00153, Roma, Trastevere

Il segno dell’artista a volte è esso stesso una forma di scrittura, declinata ad esprimere concetti più o meno espliciti oppure una scrittura non necessariamente intellegibile…il veicolo che lascia trapelare un personale linguaggio interiore.

Pittogrammi, alfabeti conosciuti e inventati, musica, numeri, formule matematiche, ideogrammi, calligrafia…tutto ciò che riguarda il linguaggio e la semiotica.

è stato questo lo spunto con cui abbiamo invitato 23 artisti a riflettere sul tema del segno/significante, sull’immagine grafica che corrisponda ad un suono (un fonema) o ad un significato diretto, come un ideogramma.

Dal risultato di questa proposta, nasce la mostra di grafica “CODICI segno come linguaggio”, presso la sede della Stamperia Ripa 69, a Roma. Gli artisti si sono confrontati con un tema ampio e ricco di spunti, interpretandolo ognuno secondo la propria sensibilità e attitudine, dando forma ad una esposizione che è un excursus nelle varie tecniche incisorie, dalla calcografia, alla xilografia, al monotipo, ma anche nelle personali percezioni ed esternazioni del sentire, ognuno secondo la propria visione del codice.

Sarà interessante vedere a confronto il segno di veterani della xilografia come Roberto Gianinetti, che già più volte si è confrontato con il tema (in particolare nella recente mostra “Vedere Parole”, omaggio al Codex Purpureus Rossanensi, presso il Complesso Monumentale San Bernardino, a Rossano), o come Roberto Krogh, appassionatissimo xilografo, di cui già la Stamperia romana ha avuto il piacere di ospitare una personale, con gli amanti dell’ incisione su lastra di metallo, come ad esempio Giorgia Pilozzi, Caterina Tedeschini o Pietro Desirò. C’è chi ha associato il codice al segno matematico come Usama Saad con la sua geometria divina “Caos ordinato” e Arianna Angelini che sovrappone segni pittorici a codici matematici e delicate sfumature di colore. C’è chi ne ha fatto una simbologia allegorica, ancora strettamente legata al figurativo e legata al racconto poetico dell’artista, come Giovanni Piccini, chi ancora, partendo dalla figurazione di cui padroneggia la tecnica, come Giorgia Pilozzi, ha accolto la sfida facendo del proprio lavoro calcografico una ricerca della sistesi del segno. C’è anche chi ha deciso di sperimentare nuovi linguaggi, come Valeria Gasparrini, che tira fuori dalla tecnica xilografica alcuni caratteri tipografici, per parlare del “SE” attraverso sovrapposizioni cromatiche…

È l’accostamento di segni diversi a codificare (e decodificare, il rebus è risolvibile!) nel caso delle linoleografie di Susanna Doccioli e Luca Fabbri, ma anche nei monotipi monocromi di Luisa Baciarlini che fa del segno la sua poetica distintiva nelle più disparate declinazioni o nella xilografia dai riflessi argentei di Cristina Piciacchia che con una simbologia che riprende il codice stradale richiama all’attenzione di una profondità.

Un’eccezione dal segno inciso per Virginia Carbonelli che, già più volte ospite dello spazio di Trastevere con i suoi polimeri, punzoni, plexiglas, ha scelto per il codice uno dei lavori di più recente fattura, che presenta la vibrazione del “graffio e del rosso” realizzati su carta colorata a china, con acrilici e matite. La stessa eccezione per Liana Zanfrisco che decide di esporre oltre alle sue chine, il suo taccuino per mostrarci il processo creativo.

L’artista poliedrica Mary Pappalardo, approfitta del tema per creare con una linoleografia, la legenda di un progetto artistico che prevede la creazione di carte geografiche immaginarie (Legenda Errante).

Alle tecniche calcografiche si sono affidati ancora Lorenzo Bernardi con una scrittura aliena (…o protolinguaggio?) all’acquaforte, Gianluca Tedaldi con una ceramolle fatta di corpi umani a formare le prime lettere dell’alfabeto, Caterina Tedeschini, con la sua “Codici e segreti”, una grande acquaforte dove il segno si svela e si rivela parola.

Un alfabeto arcaico si nasconde nella linoleografia di Elio Mazzali, “Assetti” quasi una composizione geometrico-puntinista…Ci appare invece un alfabeto dell’anima tanto nel lavoro di Pietro Desirò (nelle pieghe segnate, velate di colore, discontinue e invece incredibilmente parte di un unico racconto), nel segno ancestrale di Irene Puglisi, che racconta attraverso segni che solo in un secondo momento si rivelano figure antropomorfe, l’alfabeto del proprio intimissimo sentire e nelle opere di Alessia Consiglio, con le sue composizioni, linoleografie ricamate che raccontano il codice delle emozioni. A due tecniche diverse si affida Marcello Fraietta con un linguaggio molecolare, di micro-mondi sottilmente incisi su rame e su pvc. Infine Laura Peres fa della cornice una matrice xilografica e della matrice l’opera nella serie di 5 “Tabula rasa”, dove il colore è serigrafato e l’incisione “protetta” da una colatura di cera.
Vi invitiamo a cercare le vostre letture, in questi accostamenti così variegati e ricchi.